La vicinanza, seppur discreta, la sensazione di essere distanti… ma uniti.
È stato questo che ci ha spinti a continuare ad esserci, a intessere e rinsaldare rapporti, a mettere al centro l’incontro con Dio nelle #lectiodiPasqua.
In genere, l’ascolto e la meditazione della Sua Parola genera la riflessione nei giorni successivi, quando rimane sempre una suggestione, un’emozione che ci martella nella quotidianità; ma in questo caso, complice la situazione assolutamente nuova, anche la preparazione è stata motivo di crescita e di incontro.
Siamo passati ancora una volta dal “me al we” sperimentando ciò che dovrebbe essere segno di riconoscimento di ogni cristiano: la gioia.
C’è stato un contatto tra tutte le zone pastorali, le associazioni e i movimenti della diocesi, ci sono state voci e mani che, seppur virtualmente, si sono incrociate per proclamare il Vangelo delle varie domeniche: si è avuta la collaborazione emozionata e allegra di tutti.
Il circuito poi, si è allargato non solo a tutto il territorio reatino, ma è arrivato a comprendere anche alcune realtà di diocesi vicine, con cui i rapporti si sono rafforzati: pensiamo ai ragazzi di Pescara che sono stati entusiasti di partecipare alla preparazione degli incontri, ma anche alla presenza di un ragazzo di Bergamo, zona martire della pandemia, con cui già negli anni precedenti si era instaurata una particolare collaborazione, nell’ambito della formazione per l’equipe della pastorale e dei centri estivi attivati nelle zone del sisma.
È questo il messaggio più bello: la gioia diventa piena, vera, quando tutti rimaniamo in lui, quando nessuno è lasciato indietro, quando siamo tutti connessi in Cristo.