Il 31 gennaio 1888 si spegneva San Giovanni Bosco, un innovatore che ha rivoluzionato il concetto di educazione, di formazione professionale, di famiglia e di oratorio in Italia e oggi presente in tutto il mondo.
La sua intuizione più straordinaria?
Comprendere che l’educazione efficace nasce dalla sintesi tra empatia e competenza, tra attenzione alla persona e preparazione al lavoro. Nel suo metodo educativo, precursore delle più moderne teorie pedagogiche, ha introdotto principi oggi considerati fondamentali: la centralità dello studente, l’importanza del dialogo, la personalizzazione dell’apprendimento. Ciò che guidava Don Bosco era una visione educativa rivoluzionaria, cristianamente ispirata, che metteva al centro la dignità e la crescita integrale dei giovani.
La famiglia e l’oratorio
La famiglia e l’oratorio sono luoghi dove si sperimenta l’Amore. L’Amore che sa accogliere, difendere, far crescere, maturare e rendere felici. Quell’Amore che porta a “perdere” se stessi perché gli altri si sentano pieni di vita. D’altronde, per Don Bosco, «l’educazione è una cosa di cuore». E mi sembra una citazione perfetta, soprattutto dopo la giornata internazionale dell’educazione, che si è svolta lo scorso 24 gennaio. Una visione che ancora oggi, può essere fonte di ispirazione e di orientamento, nell’impegno quotidiano di tutti gli educatori ed insegnanti presenti nella nostra diocesi, e di quanti si occupano di formazione e di educazione. Con la speranza che la formazione non sia solo trasmissione di competenze tecniche, ma di un’esperienza di vita che crea un’alleanza tra generazioni.
Un “patto”, che andrebbe rinnovato ogni giorno dentro le aule delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, nei laboratori della formazione professionale, dove i giovani trovano gli strumenti per costruire il proprio futuro lavorativo, ma soprattutto realizzino il loro progetto di vita.
Questa, ed altro ancora, l’eredità viva di un prete di fine Ottocento, nato in un piccolo borgo torinese e vissuto «perché i giovani potessero essere felici, nel tempo e nell’eternità».
Emanuele
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